Pronti per le analisi dei PFAS
L’analisi dei PFAS richiede accuratezza in ogni fase. Ricorrete a prodotti e servizi affidabili nell’intero flusso di lavoro e potrete riporre fiducia nei risultati.
Soluzioni per le analisi di sostanze alchiliche perfluorurate e polifluorurate (PFAS)
Le sostanze alchiliche perfluorurate (PFAS) sono un gruppo di composti organofluorurati prodotti dall’uomo, una classe di sostanze con un alto grado di fluorurazione.
I composti PFAS sono comunemente noti come “sostanze chimiche permanenti” il che sta a indicare che essi, a differenza di altre molecole, non si decompongono nell’ambiente. A causa di questa persistenza, la loro concentrazione può raggiungere livelli rischiosi per l’esposizione umana con possibili effetti negativi sulla salute come basso peso alla nascita, disfunzioni del sistema immunitario, cancro e disfunzioni degli ormoni tiroidei.
Nell’ambito del nostro impegno per rendere il mondo un luogo più sicuro, ci siamo concentrati sullo sviluppo di soluzioni di monitoraggio ambientale e di biomonitoraggio che consentano di quantificare i composti PFAS in maniera più accurata. Le nostre soluzioni facilitano il lavoro dei ricercatori che cercano di comprendere più approfonditamente gli effetti dei PFAS, ma anche quello degli enti di controllo e dei laboratori che forniscono servizi di analisi in caso di esposizione continua.
Soluzioni per le diverse fasi delle analisi dei PFAS
Raccolta dei campioni
Preparazione dei campioni
Standardizzazione e taratura
Analisi
Prodotti per le analisi dei PFAS suddivisi in base al metodo
ASTM D7968
ASTM D7979
CDC 6304.09
CEN/TS 15968:2010
EPA 533 - Per UCMR-5
EPA 537.1 - Per UCMR-5
EPA 8327
EPA 1633
FDA C-010.02
ISO 21675
ISO 25101
OTM 45
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Data and recommended filtration products for PFAS testing using Modified EPA 1633.
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Le sostanze alchiliche perfluorurate e polifluorurate (PFAS) sono incluse in tutto il mondo negli elenchi dei contaminanti da monitorare nelle acque potabili, a causa dei possibili effetti negativi sulla salute umana. Solitamente per il monitoraggio di questi composti si ricorre a metodi LC–MS(/MS).
Poiché i titoli dei giornali raggiungono un numero sempre maggiore di persone, il termine PFAS sta diventando sempre più familiare. Sebbene la maggior parte delle analisi dei PFAS venga effettuata su campioni acquosi, il numero dei campioni solidi è in aumento, non soltanto per quanto riguarda suolo e sedimenti.
Nel settore delle analisi chimiche, gli strumenti diventano sempre più sensibili e i metodi richiedono dati di maggiore qualità. Per ottenere dati robusti utilizzando la cromatografia liquida accoppiata alla spettrometria di massa tandem (LC-MS/MS) sono molti i fattori da considerare, tra cui la preparazione dei campioni.
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Dove sono più diffusi i PFAS e dove vanno ricercati?
Analisi ambientali e PFAS
Le sostanze perfluoroalchiliche sono utilizzate da decenni in numerosi settori e in un numero infinito di prodotti per via della loro utilità. Il risultato di un impiego così diffuso è che i composti PFAS ora si trovano nei bacini idrici, nel suolo e in qualche caso persino nell’aria che respiriamo.
Per via della presenza così ubiquitaria e di una sempre maggiore consapevolezza degli effetti avversi dei PFAS sulla salute, le nazioni di tutto il mondo stanno cominciando ad adottare regolamenti più restrittivi per limitarne l’impiego futuro, a prendere atto della portata del problema nella sua interezza e a intraprendere una monumentale impresa di risanamento.
Un’accurata determinazione dei composti PFAS in diverse matrici sarà un elemento essenziale di tutti questi sforzi.
Analisi cliniche e PFAS
Poiché molte persone sono state esposte ai PFAS, l'estrema persistenza di queste sostanze, il bioaccumulo e la correlazione con effetti avversi sulla salute umana destano crescente preoccupazione. Numerosi studi hanno investigato queste problematiche e diverse organizzazioni, tra le quali National Health and Nutrition Examination Survey (NHANES), sin dal 1999 si preoccupano di misurare i livelli ematici di PFAS nella popolazione U.S.A. In Europa, i PFAS costituiscono uno dei 18 gruppi di sostanze prioritarie del progetto HBM4EU e sono studiati nell’ambito del HBM4EU per approfondire la comprensione della correlazione tra esposizione ed effetti sulla salute. Possibili conseguenze per la salute includono:
- maggiore rischio di cancro del rene e del testicolo
- ridotta risposta ai vaccini nei bambini
- aumentato rischio di ipertensione e pre-eclampsia nelle donne gravide
- lieve riduzione del peso alla nascita
- incremento dei livelli di colesterolo
- alterato profilo degli enzimi epatici
Il monitoraggio della popolazione, negli USA ha mostrato un calo dei livelli di PFOS e PFOA poiché questi due composti sono stati ritirati, ma persistono le preoccupazioni relative all’esposizione ai PFAS più recenti con cui essi sono stati sostituiti.
Analisi dei PFAS per il food and beverage
Negli ultimi anni, una maggior consapevolezza dei consumatori e la crescente preoccupazione circa i possibili livelli di contaminazione da PFAS delle forniture alimentari hanno determinato un incremento dell’attività di identificazione e quantificazione di questi composti nei prodotti alimentari e nei loro imballaggi, fonti di esposizione per i consumatori. I difensori della salute pubblica sollecitano l’industria alimentare ad agire senza indugio, visti i rischi per la salute. Nella stessa prospettiva, molti nel settore alimentare si impegnano a eliminare l’impiego dei PFAS da imballaggi, materiali a contatto con gli alimenti, processi di trasformazione e produzione alimentare. Ai giorni nostri, la fornitura alimentare implica una dinamica complessa di input e output tutti collegati tra loro non solo localmente, ma a livello globale. I PFAS sono composti chimici regolamentati nel settore alimentare, noti per le loro caratteristiche di anti-aderenza e di repellenza nei confronti di grassi, olio e acqua. È noto che essi vanno incontro a bioaccumulo e che a determinati livelli possono provocare effetti avversi per la salute. Le vie di contaminazione delle forniture alimentari da parte dei PFAS sono:
- agroalimentare (bioaccumulo in colture e bestiame a causa della contaminazione di suolo e acque)
- imballaggi alimentari (estraibili e rilasciabili direttamente immessi nel prodotto)
- contatto con gli alimenti (attrezzatura utilizzata per la produzione e la trasformazione, pentole)
- flussi dei rifiuti del food and beverage (accumulo di rifiuti contaminati nelle discariche)
L’analisi della contaminazione da PFAS non scomparirà tanto semplicemente con l’eliminazione del loro impiego nell’industria alimentare. Le implicazioni dell’uso passato causeranno problemi per la salute dei consumatori nel prossimo futuro di queste “sostanze chimiche permanenti”.
Cannabis e analisi dei PFAS
Sebbene per la coltivazione della canapa e della cannabis si possa ricorrere a una gran varietà di tecniche, la coltivazione in campo aperto è la più comune per la canapa visti i costi relativi e la scala delle operazioni. Tuttavia, le piante di canapa hanno buone proprietà di fitodepurazione, essendo capaci di estrarre dal suolo metalli pesanti e altri contaminanti tossici. Proprio per queste proprietà, la canapa industriale è stata storicamente impiegata per la decontaminazione dagli isotopi radioattivi, come si è fatto anche all’indomani del disastro nucleare di Chernobyl nel 1986. Studi recenti suggeriscono che piantare canapa industriale nei siti contaminati rappresenta un metodo percorribile anche per la rimozione dei PFAS. Si è osservato che, in caso di acque freatiche contaminate da PFAS, le piante di canapa assicurano una migliore depurazione rispetto a numerose altre varietà vegetali studiate1.
Quando cannabis e canapa vengono coltivate all’aperto, soprattutto nelle regioni in cui gli incendi delle foreste sono comuni, è possibile che le piante assorbano PFAS per via dell’uso dei ritardanti di fiamma o attraverso acque freatiche contaminate. Pertanto, l’attenzione nei confronti dell’analisi delle piante di cannabis e di canapa e dei prodotti derivati per quanto riguarda la contaminazione da PFAS continua a crescere, a vantaggio della sicurezza dei prodotti finiti per i consumatori finali.
I PFAS nei cosmetici
La contaminazione da PFAS nei cosmetici può rappresentare un rischio per la salute umana a causa dell’esposizione diretta e indiretta, ma anche per la salute degli ecosistemi attraverso il ciclo di vita di questi prodotti. In uno studio recente2 condotto su 231 cosmetici di uso comune, i ricercatori della University of Notre Dame ha rilevato elevati livelli di fluoro (un indicatore della presenza di PFAS) nel 63% dei fondotinta, nel 55% dei prodotti per le labbra, e nel 47% dei mascara. Negli USA, la FDA sta monitorando questo ambito e recentemente ha presentato un progetto di legge: “No PFAS in Cosmetics Act”. La California ha approvato una legge a vantaggio di cosmetici privi di sostanze tossiche che mette al bando i PFAS dai cosmetici e dai prodotti per la cura personale prodotti o venduti nello stato. Il regolamento della Commissione Europea sui prodotti cosmetici sarà riesaminato entro la fine del 2022 e si prevedono interventi a proposito dei PFAS.
Riferimenti bibliografici
1. Turner BD, Sloan SW, Currell GR. Novel remediation of per- and polyfluoroalkyl substances (PFASs) from contaminated groundwater using Cannabis Sativa L. (hemp) protein powder. Chemosphere. 2019;229:22-31. doi:10.1016/j.chemosphere.2019.04.139
https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/31071516/
2. Whitehead, HD, et al. Fluorinated Compounds in North American Cosmetics. Environ. Sci. Technol. Lett. 2021;8:538-544.
https://pubs.acs.org/doi/pdf/10.1021/acs.estlett.1c00240
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