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Merck

Purificazione dei campioni

Diagramma che illustra gli stadi principali della cromatografia di affinità: legame, lavaggio ed eluizione.

Per separare o concentrare un analita di interesse prima dell’analisi, si può ricorrere a una serie di metodi di purificazione chimici e fisici, fra cui assorbimento, adsorbimento, cromatografia, distillazione, estrazione, scambio ionico, filtrazione, formazione di complessi, cristallizzazione, essiccamento e molti altri ancora. La preparazione del campione prima dell’analisi contribuisce a convertirlo in una forma compatibile con la tecnica analitica, ne riduce la complessità, rimuove le impurezze interferenti e concentra l’analita. Una preparazione del campione appropriata eviterà l'ostruzione della matrice di separazione cromatografica, può, inoltre, ridurre la necessità di sottoporla a rigide procedure di lavaggio ed estenderne la durata.  



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Vista ravvicinata di un dispositivo Amicon utilizzato per la filtrazione, con quattro provette trasparenti disposte verticalmente all'interno di un supporto nero. Le provette contengono liquidi di colore diverso, a indicare concentrazioni o soluzioni diverse. Il dispositivo è posizionato su un bancone da laboratorio, con tubi collegati alla parte superiore e una base che sembra essere progettata per garantire la stabilità durante l'impiego.
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Ultrafiltri centrifughi e a pressione per la concentrazione di proteine, dissalazione, scambio di tampone, separazione e diafiltrazione di campioni biologici e ambientali, nel corso della preparazione per le successive applicazioni.

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Un becher da laboratorio trasparente pieno di un liquido incolore; un piccolo rotore in cui sono inserite microprovette contenenti del materiale rosso galleggia sulla superficie del liquido nel becher. Sul lato del becher, delle tacche indicano il suo volume.
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Un dispositivo di filtrazione da laboratorio con una base bianca e cinque colonnine trasparenti posizionati verticalmente nella parte superiore. Le colonnine sono piene di liquido e hanno tacche graduate verdi. Sulla parte anteriore del dispositivo è visibile un manometro che indica la pressione del sistema. Lo sfondo giallo brillante migliora la visibilità dell'apparecchiatura.
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Le tecniche di purificazione seguenti sono quelle più spesso usate in laboratorio per preparare i campioni prima delle successive analisi.

Dialisi

La dialisi è una tecnica di purificazione impiegata per rimuovere da un campione sali o altre molecole a basso peso molecolare. È anche usata per scambiare la composizione del tampone di un campione. La dialisi è una tecnica passiva che richiede grandi volumi di tampone.

Scambio di tampone e desalinizzazione

La desalinizzazione è una tecnica di purificazione impiegata per rimuovere da un campione sali o altre molecole a basso peso molecolare. Viene anche impiegata per lo scambio di tampone prima o dopo diversi stadi cromatografici e per la rimozione rapida dei reagenti quando si desidera terminare una reazione.

Precipitazione frazionata

La precipitazione frazionata è usata per rimuovere impurezze grossolane da piccoli volumi di campione. Le tecniche di precipitazione separano le frazioni secondo il principio della solubilità differenziale. Un aumento della concentrazione salina può aumentare le interazioni idrofobiche fra le proteine e causarne la precipitazione frazionata, poiché le diverse specie proteiche differiscono tra loro per il grado di idrofobicità.

Estrazione

La preparazione del campione via estrazione prevede l'isolamento degli analiti di interesse da un campione complesso o di volume molto maggiore. Tale processo consente di rimuovere i componenti del campione interferenti che potrebbero bloccare le colonne HPLC e GC. Inoltre, aumenta la concentrazione degli analiti di un fattore da 100 a 5.000, migliorando significativamente la sensibilità della rilevazione. In quanto parte di una preparazione del campione selettiva e specifica, l'estrazione aiuta ad assicurare analisi cromatografiche più affidabili. Esistono diversi tipi di estrazione: liquido-liquido, estrazione in fase solida (SPE) e microestrazione in fase solida (SPME).

Cromatografia d'affinità

La cromatografia d’affinità separa le proteine sulla base di interazioni reversibili fra una proteina e un ligando specifico immobilizzato in precedenza a una matrice cromatografica. La tecnica è molto selettiva e offre un’alta capacità di purificazione delle proteine.  La cromatografia d’affinità può essere impiegata ogni volta che sia disponibile un ligando adatto per la proteina di interesse.

La purificazione mediante cromatografia di affinità prevede due stadi: cattura ed eluizione. In fase di cattura, la proteina di interesse viene specificamente e reversibilmente legata a un ligando complementare immobilizzato su una matrice cromatografica. Lo scopo è quello di isolare, concentrare e stabilizzare il prodotto di interesse, preservandone potenza e attività. Dopo il lavaggio della fase stazionaria per rimuovere il materiale non legato, si recupera la proteina di interesse legata cambiando le condizioni in modo da favorirne l’eluizione. L'eluizione può essere specifica, per esempio con l'impiego di un ligando competitivo, o aspecifica se ottenuta cambiando il pH, la forza ionica o la polarità. L’eluizione consente la raccolta della proteina di interesse in forma purificata e concentrata.

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