Media fill

Un test “media fill” (noto anche come simulazione del processo) è una prova microbiologica fondamentale per valutare le prestazioni di un processo produttivo asettico, condotta sostituendo il prodotto farmaceutico o la bevanda con un terreno di coltura sterile. La produzione in asepsi è un processo piuttosto complesso utilizzato nel settore farmaceutico e alimentare. Le Norme di Buona Fabbricazione (GMP) richiedono che le aziende farmaceutiche e alimentari eseguano regolarmente test “media fill” per verificare le condizioni microbiologiche dei propri processi asettici.
Il terreno nutritivo viene scelto in base alla quantità del prodotto e alla selettività, trasparenza, concentrazione e possibilità del terreno di essere sterilizzato. La simulazione del processo deve imitare nel modo più fedele possibile il processo asettico di routine e comprendere la sequenza di tutte le fasi produttive critiche.
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Procedura del test “media fill”
Un test “media fill” ben ideato garantisce la riproduzione di tutte le operazioni in asepsi eseguite durante il processo, quali la preparazione e l’assemblaggio dei contenitori del prodotto, il loro trasferimento nell’area di riempimento e tutte le fasi di downstream dalla filtrazione sterilizzante fino al rilascio del prodotto, compreso il confezionamento del prodotto finito.
Dopo il riempimento, i contenitori del prodotto finito contenenti il terreno devono essere posti ad incubare in modo che, in caso di contaminazione, trascorso un periodo adeguato, si evidenzi una proliferazione microbica osservabile ad occhio nudo. Oltre ai test “media fill”, nelle aree produttive critiche si effettua il monitoraggio delle superfici e dell’aria.
Terreni di coltura per test "media fill"
I terreni di coltura utilizzati nei test “media fill” devono promuovere la proliferazione di un’ampia gamma di microrganismi, inclusi batteri anaerobi, lieviti e muffe (terreno non selettivo). Il terreno al digerito di soia e caseina (SCDM), noto anche come brodo all’idrolizzato triptico di caseina e ai peptoni di soia (TSB), è il terreno più comunemente utilizzato per i test “media fill” in ambito farmaceutico, vista la sua ridotta selettività, la sua fertilità e trasparenza, nonché l’elevata solubilità.
Durante la scelta del terreno, si ricorre ai test di fertilità per essere certi che il terreno prescelto promuova la proliferazione microbica. Si tratta di un controllo essenziale per i test “media fill”, perché l’auspicato risultato negativo è valido solo se si dimostra la capacità del terreno di promuovere la proliferazione microbica. I microrganismi da testare sono specificati in farmacopea.
Per i test di sterilità delle linee di riempimento asettico delle bevande, il terreno più comunemente impiegato è il Linden Grain (LGM), un brodo che assicura grande sensibilità ai microrganismi come lieviti, muffe e batteri. Il pH viene regolato così da riprodurre il pH della bevanda di cui si sta esaminando la linea di confezionamento. Dopo l’incubazione, una eventuale torbidità dovuta a contaminazione microbica viene facilmente rilevata perché il brodo LGM è limpido e giallo chiaro.
Condizioni di incubazione nei test “media fill”
La temperatura d’incubazione deve essere idonea per il recupero della carica microbica e degli isolati ambientali. Le normative in vigore richiedono che i contenitori riempiti di terreno vengono incubati a due temperature diverse: inizialmente a 20–25 °C per 7 giorni, quindi a 30–35 °C per altri 7 giorni. Questo processo a doppio stadio consente anche la crescita dei funghi prima che nelle piastre prevalga la proliferazione batterica.
Frequenza dei test “media fill”
Normalmente i test di simulazione del processo devono essere ripetuti per ogni squadra di lavoro e per ogni processo, due volte l’anno nell’industria farmaceutica e una volta all’anno in quella delle bevande. Inizialmente, prima di avviare la produzione, per qualificare un processo asettico è necessario condurre tre test “media fill” in tre diverse giornate. Inoltre, è richiesta l’esecuzione dei test media fill ogni volta che si apporta qualche modifica sostanziale al processo asettico (es. cambio del personale, di componenti o attrezzature) o che insorgano prove della mancata sterilità del prodotto.
Durante i test “media fill” si parte dall’assunzione che tutti gli altri fattori che potrebbero interferire con la sterilità dei prodotti, come la sterilità dei contenitori e dei corrispondenti dispositivi di chiusura e l’efficienza dell’attrezzatura e delle fasi di filtrazione, siano soddisfacenti e convalidati separatamente. I risultati dei test “media fill” indicano quanto è probabile che durante il normale processo di riempimento si verifichi la contaminazione di un’unità.
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