Immunoistochimica diagnostica
L'immunoistochimica (IHC) diagnostica comprende una serie di tecniche ideate per identificare anomalie dei tessuti, stabilire la prognosi e indicare le diverse possibilità terapeutiche. L'IHC diagnostica si basa su una reazione antigene-anticorpo in cui un anticorpo marcato con un enzima o un colorante fluorescente viene utilizzato per visualizzare la localizzazione e la distribuzione di un antigene specifico in tessuti o in sezioni di tessuto. Sebbene la colorazione istologica sia il principale strumento analitico da oltre un secolo, i numerosi progressi ottenuti nell'immunoistochimica (IHC) diagnostica e nelle analisi molecolari hanno rivoluzionato il campo della patologia clinica moderna.
Articoli tecnici correlati
- Colorectal cancer is a common occurrence among inhabitants of most Western countries, second only to carcinoma of the lung.
- Immunohistochemistry (IHC) is used to characterize intracellular proteins or various cell surfaces in all tissues. Individual markers or more often panels of various marker proteins can be used to characterize various tumor subtypes, confirm tissue of origin, distinguish metastatic from primary tumor and provide additional information which may be important for prognosis, predicting response to therapy or evaluating residual tumour post-treatment.
- Water for Clinical Chemistry
- Immunohistochemistry (IHC) represents an indispensable tool in cancer diagnostics.
- Visualizza tutto (4)
Protocolli correlati
- Tips and troubleshooting for FFPE and frozen tissue immunohistochemistry (IHC) protocols using both brightfield analysis of chromogenic detection and fluorescent microscopy.
- Visualizza tutto (2)
Cerca altri articoli e protocolli
IHC diagnostica e patologia clinica
Nei laboratori di patologia generale, l’IHC è una componente di routine del servizio in quanto costituisce un pratico strumento analitico e diagnostico. Sebbene gran parte della diagnostica clinica si basi ancora soprattutto sulle colorazioni standard come l'ematossilina-eosina (H&E), sono numerose le modalità con cui l’IHC può aiutare i patologi nell’interpretazione dei casi complessi. L'immunocolorazione diagnostica viene regolarmente utilizzata per identificare precocemente eventuali cambiamenti della morfologia e dello sviluppo cellulare, come la proliferazione o l'apoptosi. Gli anticorpi ad uso clinico sono in grado di identificare singoli lignaggi cellulari, legando specifici marcatori proteici. Questa specificità degli anticorpi può generare falsi positivi/falsi negativi, poiché l'immunocolorazione è sensibile al trattamento dei tessuti, alla loro conservazione e alla qualità dei reagenti. I laboratori di patologia clinica riducono al minimo il rischio di errori nelle loro analisi seguendo protocolli e programmi di formazione ormai collaudati e utilizzando solo anticorpi, coloranti e reagenti diagnostici clinicamente validati. In particolare, lo sviluppo di anticorpi monoclonali altamente specifici per i marcatori cellulari chiave ha portato all'uso di pannelli diagnostici per IHC nella ricerca e in clinica per l'identificazione di stati patologici e come guida per la patologia chirurgica.
IHC diagnostica e cancro
Nella maggior parte dei casi, un cancro può essere identificato localizzando nel tessuto bioptico specifici antigeni mediante una combinazione di colorazione istologica e immunoistochimica diagnostica. La determinazione dell’esatto tipo di tumore con l'impiego della colorazione H&E standard su tessuti fissati in formalina può essere difficile, specialmente nel caso di tumori metastatici e/o scarsamente differenziati. L’IHC fornisce un metodo relativamente rapido e semplice per determinare più precisamente l'origine del tessuto neoplastico e indagare il comportamento o la progressione di una certa neoplasia. Si parla di cancro di origine primaria sconosciuta (CUP) quando si osservano le metastasi, ma il sito primario è sconosciuto. Si stima che i CPU rappresentino circa il 3-5% dei casi di cancro. L'IHC si rivela importante nel restringere la gamma di alternative diagnostiche nei casi di CUP critici e di altri casi atipici in cui vi è disaccordo tra dati morfologici e clinici. In alcuni casi di diagnosi incerta, l’IHC fornisce informazioni significative riguardanti il fenotipo del cancro e la sede del tumore primario. L’immunocolorazione si rivela un comodo strumento diagnostico per individuare molti tipi di cancro, inclusi gli adenocarcinomi (colon, seno, prostata) e i tumori della pelle. Viene spesso utilizzata nella diagnostica del cancro al colon (HNPCC/sindrome di Lynch) per integrare i metodi di indagine classici, come l’analisi della instabilità dei microsatelliti (MSI) in cui si osservano numerose mutazioni in brevi sequenze ripetute di DNA. Nel cancro della pelle, specialmente se questa è danneggiata dal sole, la colorazione H&E standard non è affidabile per identificare i melanociti intraepidermici presenti nelle sezioni di tessuto. Anche un'ispezione attenta potrebbe non essere sufficiente per differenziare chiaramente i cheratinociti pigmentati dai melanociti o per definire chiaramente la densità dei melanociti stessi. Pertanto, molti patologi si affidano all'IHC per differenziare il melanoma in situ.
IHC diagnostica e agenti infettivi
L'immunoistochimica diagnostica consente una rapida diagnosi morfologica differenziale delle infezioni grazie a indagini su campioni di tessuto, agevolando la rapidità delle decisioni diagnostiche nella cura dei pazienti. Anticorpi marcati con fluoresceina isotiocianato (FITC) sono stati utilizzati per rilevare gli antigeni dello pneumococco in tessuti infetti. Nella diagnosi delle malattie infettive, l'IHC è molto utile per identificare microrganismi:
- difficili da rivelare con colorazioni di routine o speciali
- scarsamente colorati
- presenti in numero ridotto
- non coltivabili
Nei casi di infezioni da epatite B, epatite C e citomegalovirus, per confermare la presenza di tali agenti infettivi nei tessuti si utilizzano alcuni metodi di IHC diagnostica che fanno uso di anticorpi specifici contro il DNA o l’RNA microbico. Inoltre, ci si avvale dell’IHC nella diagnosi di diverse infezioni cutanee per identificare l'agente infettivo coinvolto, virale o batterico, che sarebbe difficilmente identificabile utilizzando solo le colorazioni per microscopia di routine. Il saggio di immunofluorescenza (IFA) è ampiamente utilizzato in medicina e in veterinaria, per l’identificazione di agenti patogeni (virali, batterici o protozoi) in tessuti non fissati.
Per continuare a leggere, autenticati o crea un account.
Non hai un Account?